Segnalazioni

Covid, lettera di uno studente della Magistri Cumacini: "Dov'è la sicurezza?"

Il ragazzo denuncia presunte carenze nelle misure di prevenzione del contagio

Anche i giovani hanno paura del covid. Non è vero che sono tutti incoscienti e che pensano solo a divertirsi a spese della salute di chi, come magari gli anziani, rischiano di ammalarsi più facilmente e in forma più grave. Lo dimostra la lettera di uno studente della Magistri Cumacini pervenuta alla redazione di QuiComo. Il ragazzo, che pur avendo firmato la lettera chiede giustamente di restare anonimo, denuncia presunte carenze nell'adozione delle misure di contenimento e prevenzione del coronavirus. Che siano o no esagerate le segnalazioni e le osservazioni del giovane studente dell'itis di via Colombo, esse dimostrano l'attenzione che molti giovani hanno riguardo al problema del covid e alla tutela della salute di tutti.

Secondo regolamento scolastico di quest'anno i cancelli principali dell'istituto (di fronte al Carrefour) vengono aperti alle 7:50, dando così modo agli alunni di entrare nel cortile della scuola. Per chi arriva da lontano e arriva tanto prima delle 7.50 la scuola non mette più a disposizione degli spazi dove poter stare. La soluzione sono una grande quantità di gente nelle pertinenze esterne del Carrefour.
Alle 7:50, quando si può entrare dal cancello, tutti gli studenti (sopratutto in caso di pioggia), si radunano sotto il portico coperto della scuola.

Ho potuto vedere e documentare che già le settimane scorse, in cui vi era il sistema della didattica mista (e quindi metà gruppo studenti a scuola), il portico era sovraffollato. Nessuno dall'istituto ha mai rammentato le norme che si dovrebbero seguire.
Alle 8:05 (suono della campanella), gli studenti possono entrare nell'edificio (in caso di pioggia alle 7:55 con autorizzazione della presidenza).

Le porte di accesso sono due porte scorrevoli separate. Basta pensare che dalle 8:05 alle 8:10 (ora di inizio lezioni) le porte sono inaccessibili data la moltitudine di gente. Nelle settimane scorse (didattica mista) io e la mia classe a volte siamo riusciti ad entrare sono alle 8:16.

Successivamente all'entrata in istituto vi è la distribuzione nelle classi. Per accedere alle classi grandi scalinate portano ai piani superiori.
Queste scalinate però sono state divise a metà e segnata la direzione: la sinistra sale, la destra scende. Inutile dire che se alle porte la gente faceva fatica a passare dalle porte, sulle scale è impossibile mantenere la distanza.

Preciso che sarebbe difficile mantenerla anche con tutta la scala utilizzabile, però l'utilizzo completo di quest'ultima permetterebbe una permanenza minore sulle scale. Se pensiamo che era lento già le settimane scorse (con metà scuola in presenza) ora con tutti gli studenti lo è ancor di più.

L'accesso alle classi poi avviene normalmente senza situazioni da segnalare. Durante le lezioni è possibile togliere la mascherina, almeno nella mia aula, dato che è un laboratorio adattato ad aula, e quindi molto amplio. Ho visto però classi in cui la distanza non c'era minimamente però nessuno aveva la mascherina. Durante la lezione non è possibile scambiare materiale scolastico ne fogli per evitare la diffusione del contagio. È da segnalare però l'incongruenza con le verifiche scritte su carta, consegnate dal professore ad ogni studente o a volte persino dagli studenti agli altri.

L'intervallo poi si deve svolgere in classe, a meno che, in caso di bel tempo, l'insegnante si prenda la responsabilità di portare gli studenti all'esterno della scuola. All'esterno la classe deve rimanere unita, separati gli studenti fra di loro, ma comunque in gruppo.
Questo, oltre ad avere poco senso, non viene neanche fatto rispettare.

Il divieto di fumo, che da sempre vige anche all'esterno, quest'anno è stato rafforzato. Nonostante ciò diverse volte i bidelli, che hanno il compito di monitorare, vedendo qualcuno che fuma in gruppo (quindi senza mascherina) acconsentano senza muovere nessuna opposizione.

Le procedure poi indicano che l'utilizzo delle macchinette o del servizio bar (che aprirà nei prossimi giorni) è condizionato, per evitare code. In pratica uno studente dovrebbe acquistare il cibo anche dei compagni così che meno persone utilizzino il servizio e vengano in contatto con potenziali rischi. Se però uno studente tocca il cibo di tutti dov'è la sicurezza?

Quando alcuni studenti hanno provato a far notare ai professori che questo modo di operare violava le norme (mi riferisco al cibo, ai fogli e alle scale) la risposta (poco professionale) è stata :"E allora chiudiamoci in casa così evitiamo il rischio totalmente".

Preciso un dettaglio tralasciato in precedenza: dal 5 ottobre la presidenza ha deciso (quando fino al 17 era programmata la didattica mista) di far rientrare tutte le classi in presenza. Questo con una circolare in cui si motivava la scelta a seguiti delle prime settimane in cui gli studenti "hanno dimostrato di saper seguire le regole".

Personalmente ho visto gente che si stringeva la mano con tutti, soprattutto durante i primi giorni di scuola. Secondo alcune voci sentite da una professoressa invece, le motivazioni che hanno portato alla scelta di riaprire tutto sono dovute ad un malcontento di una docente che avrebbe chiesto durante un collegio docenti (riunione di tutti i docenti) di trovare un'altra soluzione alla didattica mista poiché lei si sentiva "come in una centrifuga". La soluzione, se così fosse, è stata la riapertura. Preciso che questa versione dei fatti è una versione non confermata ma che ho potuto sentire personalmente raccontata da una docente.

Questo è lo stato dei fatti presso l'I.T.I.S. Magistri Cumacini di Como. Domani mattina potrò allegare delle foto e dei video. Preciso che desidero che queste informazioni giungano a voi in maniera anonima da uno studente del quinto anno della Magistri. Se qualcuno vorrà replicare lo potrà fare tramite "luoghi pubblici" su internet senza che sia io a prendere contatti diretti con le persone.
Questo perché vorrei evitare che il mio nome e cognome venga a conoscenza nel momento in cui muovo grandi critiche verso un istituto riconosciuto tra i migliori d'Italia per preparazione e professionalità. Essendo io al quinto anno non sarebbe piacevole una situazione in cui tutti sanno chi ha scritto queste informazioni.
Grazie mille


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