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Vendita farmacie comunali di Como, dipendenti in consiglio

La delibera per la vendita delle farmacie comunali di Como è approdata in consiglio. Ieri sera si è svolta la seconda seduta sul tema. L'amministrazione ha deciso di alienare le due farmacie di Muggiò e Sagnino. La discussione è stata incentrata...

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La delibera per la vendita delle farmacie comunali di Como è approdata in consiglio. Ieri sera si è svolta la seconda seduta sul tema. L'amministrazione ha deciso di alienare le due farmacie di Muggiò e Sagnino. La discussione è stata incentrata soprattutto sul destino dei dipendenti. Non a caso tre di loro erano presenti in aula per assistere al dibattito, accompagnati dall'avvocato Giuseppe Galli. La delibera, se approvata (la discussione continuerà nelle prossime sedute) darà il via libera alla vendita con la garanzia per i dipendenti di mantenere il posto di lavoro per massimo 12 mesi, dopodiché i nuovi titolari potranno decidere di licenziarli. Molto accesa la discussione che ha visto nelle fila della maggioranza i due consiglieri di Paco-Sel (Luigi Nessi e Vincenzo Sapere) prendere le distanze dalla decisione della giunta del sindaco Mario Lucini di vendere le farmacie comunali.

Le due farmacie comunali sono state così stimate per la base d'asta: Sagnino 1 milione 481mila euro (più ulteriori 120mila euro di merce contenuta) e Muggiò 474mila euro (più ulteriori 70mila in merce). Se l'asta dovesse andare deserta ci sono due possibilità: o un'altra asta con ribasso del 10%, oppure trattativa privata. Nel caso nessuna delle due possibilità portasse all'alienazione delle farmacie la questione tornerebbe in discussione in consiglio comunale. Le farmacie comunali sono in realtà gestite da Como Servizi Urbani (le cui quote sono quasi totalmente del Comune) che paga all'amministrazione un canone annuo di 260mila euro per la gestione delle farmacie, indipendentemente da quanto fatturino. Al momento sono assunti a tempo indeterminato 3 farmaciste e 2 commessi (un uomo e una donna); a tempo determinato (con scadenza al 31 dicembre 2013) 2 farmacisti (un uomo e una donna) e 1 commesso.

Duri gli attacchi da parte di molti consiglieri di opposizione che hanno accusato l'amministrazione Lucini di non avere a cuore il futuro dei dipendenti delle farmacie il cui posto di lavoro, una volta effettuata la vendita, non sarebbe garantito. Infatti, secondo le norme in materia avrebbero il posto garantito solo per 12 mesi, dopodiché i nuovi proprietari avrebbero la possibilità di licenziarli. Laura Bordoli (gruppo misto) ha commentato: "Nella perizia di stima delle due farmacie lo stesso perito ha scritto che l'attività di Muggiò potrebbe essere gestita da un titolare e da un magazziniere. Allora mi sembra chiaro che chiunque compri per recuperare redditività non farà altro che licenziare le due farmaciste dopo i 12 mesi di salvaguardia dei dipendenti".

Mario Molteni (Lista Per Como): "Questa non mi sembra proprio un'amministrazione di centrosinistra. Votando a favore di questa vendita dimostrate di non avere a cuore queste persone e le loro famiglie. Invece di pensare a fare cassa vendendo le farmacie dovreste considerare i tanti sprechi e costi evitabili che l'amministrazione ha a ffrontato. Per esempio le grandi mostre o il servizio di merci in centro. Si decide di lasciare a casa questi dipendenti, ma un anno fa quando Lucini è stato eletto poteva evitare di assumere il capo di gabinetto che era una persona che non era assunta in Comune".

Luca Ceruti (M5S): "Non bisognerebbe dimenticarsi che sono i cittadini i reali titolari di queste aziende e che il Comune rinuncia ad un ruolo sociale non indifferente vendendole. Ritengo che non sia corretto guardare solo all'aspetto economico di una farmacia comunale. Questa vendita va contro gli interessi della colletività che noi siamo chiamati a rappresentare. Come amministratori non dovremmo preoccuparci solo di fare quadrare i conti ma dovremmo essere degli amministratori con la a maiuscola. Dovremmo progettare una strategia di valorizzazione di questo bene invece che pensare a venderlo. Concludo sottolinenando che in nessuna parte della delibera è presente l'aspetto di devolvere questi soldi agli alloggi popolari".

Vincenzo Sapere (Paco Sel): "Sulle questioni contenute nel programma del sindaco saremo sempre a favore, ma in questo caso, su questa vendita delle farmacie che non era contenuta nel programma, voteremo secondo coscienza, siamo cioè contrari". Sapere ha inoltre spiegato che "la tutela di 12 mesi del posto di lavoro è a carico del Comune, quindi dal prezzo della vendita delle farmacie andranno, tra l'altro, sottratti 400mila euro circa degli stipendi che dovrà garantire il Comune".