Cronaca

Vicesindaco di Erba sfuggito alla sparatoria di Milano: "Avevamo paura di essere presi in ostaggio"

C'era anche lui nel tribunale di Milano quando Claudio Giardiello sparava all'impazzata.  Claudio Ghislanzoni, vicesindaco di Erba, s trovava al sesto piano, negli uffici della cancelleria civile. Due piani più sotto si consumava la tragedia. "Non...

Vicesindaco di Erba sfuggito alla sparatoria di Milano: "Avevamo paura di essere presi in ostaggio"

C'era anche lui nel tribunale di Milano quando Claudio Giardiello sparava all'impazzata. Claudio Ghislanzoni, vicesindaco di Erba, s trovava al sesto piano, negli uffici della cancelleria civile. Due piani più sotto si consumava la tragedia. "Non abbiamo sentito gli spari ma abbiamo ricevuto una telefonata - racconta ancora piuttosto scosso Ghislanzoni - con la quale ci veniva intimato di chiuderci dentro la stanza e di allontanarci dalla porta perché qualcuno aveva sparato e ucciso della gente. Io e gli altri avvocati milanesi non abbiamo esitato a fare come ci è stato richiesto".

Ghislanzoni non nasconde la paura provata: "Non riuscivamo a contattare nessuno perché i telefoni e le connessioni internet sono andate in tilt, evidentemente a causa dell'eccessivo traffico telefonico causato da tutte le persone che stavano utilizzando i telefonini. Poi, però, siamo riusciti a connetterci al wifi del tribunale e abbiamo potuto apprendere da internet quello che era successo. Abbiamo saputo che l'uomo che aveva sparato era in fuga e quindi abbiamo temuto che potesse decidere di prendere degli ostaggi con la minaccia della pistola".

Grazie all'applicazione Whatsapp Ghislanzoni è riuscito ad avvertire la moglie e a rassicurarla. Dopo circa tre quarti d'ora, poco prima delle 12, finalmente i carabinieri sono sopraggiunti per scortare il gruppo di avvocati rinchiusi nell'ufficio della cancelleria civile del sesto piano: "I carabinieri ci hanno scortato con le armi in pugno. I corridoi erano presidiati da agenti armati. Ci hanno fatto uscire da una scala di emergenza e una volta giunti all'aperto abbiamo abbiamo tirato un sospiro di sollievo".

Da avvocato, e quindi da frequentatore dei tribunali, Ghislanzoni manifesta grande preoccupazione per le misure di sicurezza adottate nei tribunali: "Io stesso sono stato controllato all'ingresso, ma ho appreso che il killer avrebbe usato una tessera falsa passando da un apposito ingresso. Visto, però, che anche chi possiede una tessera è di solito soggetto a controlli mi chiedo cosa possa non avere funzionato nei sistemi di sicurezza. E' ovvio che si impongono serie riflessioni".