Profughi in Stazione e a Tavernola, Soldarini e Cesareo fanno (ri)esplodere le polemiche
Doppio, deciso affondo dai banchi della maggioranza su altrettante situazioni critiche nell'accoglienza (o nella non accoglienza) dei profughi in città. Dapprima la consigliera di Como Civica, Stefania Soldarini, ha fatto un durissimo intervento...
Doppio, deciso affondo dai banchi della maggioranza su altrettante situazioni critiche nell'accoglienza (o nella non accoglienza) dei profughi in città. Dapprima la consigliera di Como Civica, Stefania Soldarini, ha fatto un durissimo intervento sulla situazione della stazione San Giovanni, mettendo nel mirino soprattutto la Questura; dall'altro Andrée Cesareo (Pd) ha illustrato all'aula la situazione a lei stessa segnalata del centro di accoglienza profughi di via Conciliazione, a Tavernola, dove il vestiario apparentemente non adeguato ai rigori invernali avrebbe minato le condizioni di salute degli ospiti.
"L'espressione richiedenti asilo - ha però subito puntualizzato la consigliera - non è esatta perché ancora a oggi la Questura non ha ancora accolto la loro domanda di protezione internazionale. Queste persone ogni 2-3 settimane vengono invitate a presentarsi in Questura, ma sono poi rimbalzate a un successivo appuntamento. Sono state prese loro le impronte digitali e poi viene detto loro che devono restare per forza sul territorio ma non vengono accolti in nessun centro come la legge, cioè il decreto legislativo 142 del 2015, prevede". In relazione proprio al quadro legislativo, Stefania Soldarini ha sottolineato che "qualunque richiedente asilo ha diritto all'accoglienza quando ne manifesta la volontà invece queste persone sono in attesa da 7 mesi e passano le loro giornate accedendo ai servizi caritatevoli dalla città; viene poi detto che vengono da terra e non dal mare, ma nella legge non c'è questa differenza di fattispecie e inoltre viene sostenuto che non c'è posto nel centro di Prestino ma legge dice che se manca posto nelle strutture governative come quella, allora la Prefettura può disporre l'accoglienza in altre strutture esistenti e gestite da altri soggetti che lavorano tramite gara d'appalto; infine, la Questura chiede una dichiarazione d'ospitalità o la dichiarazione di un domicilio a queste persone, una presa in giro, un modo per rendere l'esercizio di un diritto uno strumentale percorso ad ostacoli poiché quell'obbligo è assolto tramite una semplice dichiarazione e non serve alcun altra documentazione o allegato".
"Nella struttura di via Conciliazione a Tavernola - ha detto - un'associazione gestisce da mesi un numero assai considerevole di profughi per conto della Prefettura. Mi sono giunte diverse segnalazioni circa l'inadeguatezza dell'abbigliamento degli ospiti, soprattutto in relazione alle temperature del periodo. Infatti sono stati registrati molti casi di bronchiti e di ricoveri in ospedale, che certo hanno un collegamento diretto con il vestiario. Faccio appello a tutti affinché siano tenuti alti l'attenzione e il controllo sulle condizioni in cui vivono queste persone e sul modo in cui vengono gestite le risorse pubbliche destinate alla gestione del fenomeno. Mi appello in particolare al prefetto perché venga posto in essere l'adeguato controllo su chi gestisce denaro pubblico".