Pozzo nero Villa Erba: -660mila euro. E il colosso americano messo a verbale è sparito
In questi giorni il giornale "la Provincia" ha rivelato numeri decisamente interessanti - ancorché per nulla "allegri" - sull'eterna situazione critica di Villa Erba, gigante dai piedi d'argilla e frutto amaro di una megalomania...
La commissione del 3 dicembre
Trattasi della famosa - e a Palazzo Cernezzi indigesta a non trascurabili settori della maggioranza di centrosinistra - dilazione dei mutui in essere dal 31 dicembre 2025 al primo gennaio 2031, tramite modifica della concessione. Una mossa che garantirà a Villa Erba nuova liquidità tramite un risparmio di spesa di 450mila euro per i primi 2 anni e poi grazie a una rata di 300mila euro e non di 470mila. La mossa (come tutto il quadro d'assieme attorno alla struttura cernobbiese) non ha mai convinto il gruppo di Paco-Sel a Palazzo Cernezzi e le frange non pretoriane di Pd e coalizione governativa in genere, tanto che quando la delibera approdò in aula, il voto fu un mezzo psicodramma e il numero legale venne garantito soltanto dalla presenza in aula della consigliera di minoranza Roberta Marzorati (qui la cronaca nell'articolo "Villa erba: ok del consiglio, ma la maggioranza si sfalda").
Fu quando il presidente del polo espositivo parlò praticamente come di una cosa conclusa dell'accordo con la società americana SMG, gigante americano della gestione di spazi per congressi e fiere che avrebbe dovuto affiancare Villa Erba in forza di un contratto da 150mila euro all’anno per 3 anni, “risolvibile in ogni momento” per intercettare i mercati fieristici internazionali e convogliare eventi in riva al Lario da tutto il mondo (con percentuale del 10% sugli introiti del polo). Ma non solo, poiché Manfredi aggiunse che "ora è vitale entrare in un grande network mondiale, come può garantire l’accordo con Smg che ha 40mila dipendenti, è proprietaria di 83 quartieri fieristici nel mondo e ne gestisce altre 120. Si tratta di una collaborazione e non dell’affidamento della gestione".