Paratie, i cardini delle accuse dell'Anticorruzione su vent'anni di progetti e lavori
Di chi sarà la responsabilità dell'eventuale blocco totale e a tempo indeterminato del cantiere delle paratie, se nemmeno le controdeduzioni che il Comune dovrà inviare entro 40 giorni all'Autorità Anticorruzione riusciranno a modificare la...
Di chi sarà la responsabilità dell'eventuale blocco totale e a tempo indeterminato del cantiere delle paratie, se nemmeno le controdeduzioni che il Comune dovrà inviare entro 40 giorni all'Autorità Anticorruzione riusciranno a modificare la prospettiva di un azzeramento totale dell'appalto in corso, con tanto di nuova gara? Non esiste una risposta unica a questo interrogativo da far tremare i polsi, ma alcuni snodi centrali sembrano delineati nel corposo faldone giunto a Como da Roma.
Il primo e forse più eclatante, tra quelli messi nero su bianco dall'Anac nel documento di fine istruttoria inviato ieri a Palazzo Cernezzi, riguarda il progetto originario del sistema antiesondazione con annessa nuova passeggiata. Perché è da lì - tornando agli anni 1994-1998 - che l'Autorità ha preso le mosse per scrivere all'amministrazione che - stanti così le cose e in attesa delle controdeduzioni - la terza perizia di variante per le nuove vasche di laminazione delle acque e per tutto l'arredo urbano delle superfici non sarebbe legittima. In sintesi, gli uomini guidati dal magistrato Raffaele Cantone hanno puntato i fari soprattutto sul progetto che andò in gara con la prima giunta Bruni nel 2005 (dopo un primo tentativo andato deserto nel 2004) e venne assegnato a Sacaim a inizio 2006 per 15 milioni di euro. In quel momento, secondo l'Anac, già c'erano le basi per le contestazioni di oggi, poiché quel progetto esecutivo non doveva e non poteva essere cambiato così profondamente come invece avvenne dapprima subito (nel secondo appalto Sacaim vinse proponendo profonde modifiche alle opere idrauliche e proponendo l'alloggiamento delle vasche su pali e non sul suolo infido del lungolago) e poi con numerosi assestamenti nel tempo fino alla terza maxiperizia varata dalla giunta Lucini con la revisione totale dell'assetto superficiale della passeggiata e con una nuova ridefinizione delle vasche interrate (tutti cambiamenti che hanno determinato l'impennata dei costi fino ai circa 33 milioni attuali).
Moltissimi, infine, gli altri rilievi mossi verso altri enti e soggetti privati (dalla Provincia per quanto riguarda il cambiamento in corsa delle pavimentazioni, alla Soprintendenza passando per la società che validò il progetto prima della gara fino allo spacchettamento degli incarichi ai professionisti privati per la redazione dell'ultima perizia). A questo punto, però, la parola passa al sindaco Mario Lucini che per domani ha convocato una conferenza stampa per offrire più dettagli e dare la posizione ufficiale dell'amministrazione.