Cronaca

Niente Iva su Libeskind ma Rapinese attacca: "Un anno per stabilirlo. Così si amministra?"

"Che giorno è oggi?". Alla domanda su cosa pensi del fatto che il Comune di Como non dovrà pagare l'Iva da oltre 100mila euro sulle opere per il monumento di Daniel Libeskind, Alessandro Rapinese parte con un altro interrogativo. In altri termini...

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"Che giorno è oggi?". Alla domanda su cosa pensi del fatto che il Comune di Como non dovrà pagare l'Iva da oltre 100mila euro sulle opere per il monumento di Daniel Libeskind, Alessandro Rapinese parte con un altro interrogativo. In altri termini, parte all'attacco, come sempre. Eppure, a voler ben guardare, il momento - almeno limitatamente agli esiti della sua battaglia anti-Libeskind - non è dei migliori. Pur con qualche notevole ritardo ("Life Electric" sarebbe dovuta essere pronta per il primo maggio), il monumento svetterà certamente entro l'estate sul tondello della diga. Il referendum per cui il capogruppo di Adesso Como raccolse ben oltre 4mila firme, se si farà, avrà tra ottobre e novembre un valore puramente simbolico e costi non indifferenti per la casse comunali (circa 180mila euro stimati). Lo stesso slancio di una parte di comaschi che contestò duramente l'operazione Libeskind oggi sembra affievolito in buona pare. Ora, poi, a chiudere il cerchio anche la notizia che la "famosa" Iva da 100mila euro sulle opere sarà detraibile per Palazzo Cernezzi che quindi non sborserà un euro, come invece era parso fino a 48 ore fa (e più d'uno ha "rinfacciato" a Rapinese questo esito nelle ultime ore).

"Eppure - incalza subito Rapinese - io chiedo che giorno è oggi perché voglio sottolineare che soltanto al 10 di giugno abbiamo saputo che l'Iva non sarà a carico del Comune. Il che significa che per mesi, e certamente quando tutta questa operazione iniziò, nessuno in Comune era davvero certo che quei 100mila euro non sarebbero stati pagati dai comaschi. C'è voluto un parere dell'Agenzia delle Entrate dopo mesi e mesi per fare chiarezza. E allora mi chiedo: ma quale comasco pianificherebbe così, nell'incertezza più totale, i propri investimenti, senza sapere se alla fine dovrà pagare o meno un 22% in più? Ora sono felice che i soldi dei cittadini non saranno impiegati per Libeskind, ma questa vicenda dimostra una volta in più l'approssimazione e l'arroganza con cui si è comportata la giunta. E non si dica che per i contribuenti l'operazione è a costo zero, perché sappiamo che diversi enti pubblici (Camera di Commercio e Autorità di Bacino, ndr) l'hanno finanziata".

Sullo sfondo, resta un'altra domanda: il referendum per cui il consigliere raccolse oltre 4mila firme si farà lo stesso? E se sì, che senso potrà mai avere visto che, pur con ritardo, l'opera di Libeskind in autunno sarà quasi certamente svettante da settimane? "Lo svolgimento o meno del referendum non è più un problema mio - ribatte Rapinese - Il problema è di un sindaco e un assessore che hanno scientificamente negato a migliaia di comaschi di esprimersi democraticamente sul posizionamento di quell'opera, con un'imposizione che rimane uno schiaffo in faccia ai cittadini e al concetto di partecipazione. Comunque, tutto si potrà dire tranne che sarà un referendum inutile, visto che oltre 4mila persone l'hanno voluto espressamente. Se voto ci sarà, e per una questione di principio io credo ancora di sì, sarò il primo ad andare a votare. D'altronde, io ho fatto il possibile per coinvolgere la cittadinanza, altri hanno volutamente impedito che questo accadesse pur sapendo che le firme necessarie sarebbero state raccolte. Per questo non vedo l'ora di andare a votare".

La "vera" speranza, alla fine, resta quella di diventare sindaco di Como nel 2017. "E a quel punto - afferma Rapinese - potrò rinunciare a inaugurare la nuova Ticosa o il nuovo lungolago. Ma la soddisfazione di partecipare direttamente alla rimozione del monumento non me la toglierà nessuno".