Cronaca

Milioni e milioni "persi" per strada: i debiti del Comune che gonfiano tasse e insofferenza

In queste ore in consiglio comunale si discute il consuntivo di bilancio del 2014. Due i temi caldi, comprensibilmente: l'estrema difficoltà della giunta di reperire fondi e la scia di rincari di tasse e tariffe che si trascina quasi senza sosta...

Milioni e milioni "persi" per strada: i debiti del Comune che gonfiano tasse e insofferenza

In queste ore in consiglio comunale si discute il consuntivo di bilancio del 2014. Due i temi caldi, comprensibilmente: l'estrema difficoltà della giunta di reperire fondi e la scia di rincari di tasse e tariffe che si trascina quasi senza sosta dal 2012 a oggi (dopo Irpef, Imu su seconde case e Tasi ora la discussione si è infiammata sull'annunciato aumento del 5% della tassa rifiuti). Ci sono però due elementi che forse troppo poco sono stati dibattuti da sindaco, assessori e consiglieri finora ma che è bene rendere più evidenti: il primo riguarda l'enorme quantità di servizi a domanda individuale che registra passivi anche a 6 cifre; il secondo - in realtà doppio - deriva proprio dal dibattito in corso.

La tabella qui sopra, in verità, esaurisce già da sola il primo punto per quanto al netto della sottolineatura che vuole un Comune quasi "in dovere" di garantire alcuni servizi sociali o parasociali difficilmente in equilibrio economico. I numeri, però, sono disarmanti. Basti pensare che soltanto l'accoppiata asili nido-mense scolastiche nel 2014 ha accumulato un debito totale di oltre 2 milioni di euro (rispettivamente un milione e 600mila euro e 787mila euro). Altro disco non rosso ma rossissimo per quanto riguarda gli introiti degli impianti sportivi: passivo di 793mila euro (mentre lo scheletro del palazzetto di Muggiò si accartoccia ogni giorno di più). Una catastrofe autentica (e consolidata da anni) anche quella della voce "musei, gallerie e mostre", ambiti che raggruppati hanno fatto perdere al Comune l'astronomica cifra di un milione e 225mila euro all'anno. Persino i servizi funebri e cimiteriali riescono a perdere soldi: 457mila euro. Idem per servizi molto minori, dai servizi pubblici (-66mila euro) all'uso dei locali comunali (passivo di 15mila euro nel 2014). Paurosa la voce generica "altri servizi a domanda individuale": -941mila euro nel 2014. Ed enorme il buco complessivo di questo variegato settore: poco meno di 6 milioni di euro.

Non basta? Ieri in aula la consigliera comunale Eva Cariboni (Amo la mia città, in maggioranza) ha reso note le morosità degli alloggi comunali per gli anni 2012-2013-2014: un milione di euro (dati aprile 2015). E lo ha fatto criticando il fatto che soltanto ora stiano partendo i solleciti verso i morosi relativi all'anno 2012. Mentre il consigliere Marco Butti ha calcato la mano sul pesantissimo debito ingenerato dal fronte culturale, anche la consigliera di Ncd, Laura Bordoli, ha stigmatizzato pesantemente il frutto della teorica "Task-force" antievasione annunciata dall'amministrazione nel 2012 e finora sostanzialmente inoperativa. Se per restare ai fatti recenti a questo quadro si aggiungesse soltanto l'incredibile caso dei 6-7 milioni di euro mai incassati dal Comune di Como per il mancato rinnovo a pagamento delle concessioni di celle e sepolcri addirittura dal 1972 (qui la vicenda), ben si capisce come - al netto di oggettive difficoltà contingenti e di una riduzione dei trasferimenti statali drammatica - il cittadino possa avvertire come vessazione ogni ritocco fiscale, anche se nella sostanza poco incisivo. Se chi viene a chiedere soldi - per quanto con l'obiettivo di sostenere attività sociali e fondamentali come asili e sport - perde monete dalle tasche bucate e non garantisce servizi sempre all'altezza, il senso di equità di qualsiasi richiesta andrà a farsi benedire. Vale non soltanto per Como, naturalmente. Ma vale anche a Como.