Cronaca

Gagliardi: "Ecco il Pd che vorrei. Noi diversi da chi ha negato il congresso lacerando il partito"

Orsenigo batte #riattivare, Gagliardi risponde "Circolando". Ora che anche l'ex vicesegretario provinciale del Pd e consigliere di minoranza a Cavallasca ha presentato ufficialmente candidatura e programma per la successione a Savina Marelli, il...

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Al di là delle linee generali, comunque, non sono mancati i passaggi acuminati nella presentazione di Gagliardi. Il no al "Comocentrismo" contestato alla segreteria precedente, per esempio, si esplicherà - in caso di vittoria su Orsenigo - nella distribuzione tra "i territori, in una chiave il più possibile rappresentativa, di grosse responsabilità nell’assegnazione delle deleghe". Non tenero nemmeno il giudizio sull'assemble provinciale che, peraltro, deciderà tramite votazione il nuovo segretario: "L'assemblea provinciale non può essere chiamata solo a ratificare decisioni prese altrove, ma deve diventare luogo di discussione vera, coinvolta nella costituzione di forum che lavorino per obiettivi e tempi certi". E ancora, direttamente collegato a questo punto, ecco l'affondo sul voto che nella stessa sede assembleare, due settimane fa, ha negato (con 25 voti contro 20) che si svolgesse il congresso per la scelta del successore di Savina Marelli: "Il nostro gruppo prima di indicare un nome ha proposto un metodo: quello democratico del confronto congressuale. Abbiamo assistito ad una doppia forzatura: un voto in assemblea non previsto, che ha spaccato il partito e una scelta contraria a quanto deciso con il segretario regionale, che di fronte a più candidature era favorevole ad un congresso e che si è trovato spiazzato. Qualcuno ha suggerito che un eventuale congresso avrebbe lacerato il partito. Ciò che lacera non è il confronto politico franco e aperto, ma l’autoreferenzialità di un organo che con una scarna maggioranza ha deciso di assumere una fondamentale decisione prescindendo dal consenso e dal parere degli iscritti". Parole durissime, come è facile notare, concluse da un pensiero espresso stamane da Gagliardi all'ultimo anno di Savina Marelli: "Da quando è entrata nella giunta di Como (ottobre 2014, ndr) si sarebbe potuto lavorare per creare un percorso condiviso per il dopo. Inceve questo non è accaduto e si è determinata l'attuale spaccatura, con un fallimento della gestione unitaria del partito. Dove, per inciso, su 12 membri della segreteria provinciale nel corso del tempo se ne sono dimessi 6 e non sono nemmeno stati sostituiti". Nel caso di sconfitta, Gagliardi ha anche aggiunto che "naturalmente siamo fedeli al Partito Democratico e rispetteremmo l'esito, ma arrivare così spaccati ovviamente non dà forza né legittimità al nuovo segretario, cosa che invece sarebbe accaduta passando da un vero congresso". In ultimo, un giudizio sul sindaco di Como Mario Lucini e sulla situazione del capoluogo: "Lucini è una risorsa per il centrosinistra. Ha ereditato una situazione difficilissima cercando di portare a termine delle opere che il centrodestra non aveva realizzato. Nella vicenda provinciale il tema cittadino entra, ma come una parte di un tutto. La nostra battaglia è un'altra. In ogni caso noi non siamo qui a fare la guerra a Lucini e non ci iscriviamo alle truppe del sì o del no".


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