Cronaca

Dai socialisti storici il primo documento politico per il 2017: "Casa comune per la sinistra"

Giuseppe Doria (a sinistra) e Sergio Simone (a destra) durante un evento al "Willy Brandt" con ospite esterno l'architetto Attilio Terragni Che il "socialistissimo" Giuseppe Doria - tra le molte cose anche ex segretario Uil - si impegnasse...

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Giuseppe Doria (a sinistra) e Sergio Simone (a destra) durante un evento al "Willy Brandt" con ospite esterno l'architetto Attilio Terragni

Che il "socialistissimo" Giuseppe Doria - tra le molte cose anche ex segretario Uil - si impegnasse così a fondo nel rilancio del Circolo Willy Brandt soltanto per accademica nostalgia del Garofano, era del tutto inverosimile. E infatti, al termine di una lunga marcia fatta di convegni, incontri, dibattiti e cene più o meno allargate alla base storica del socialismo comasco, ecco che proprio dalla sede di via Aristide Bari plana nel dibattito politico della città un lungo e articolato documento che, sin dalle prime righe, si autodichiara senza infingimenti: "Ci proponiamo di costruire una casa comune Socialista, per aprirsi a nuove esperienze politiche". Insomma, quasi simbolicamente proprio nell'anno in cui il vecchio leone socialista è scomparso - il compianto Vincenzo Sapere - i socialisti sono tornati. E sono quelli "originali", ovviamente tra i firmatari del documento: oltre a Doria, Sergio Simone, Gianstefano Buzzi, Angelo Soccio, Enzo Barni, Edoardo Riva, Walter Trentin, Mario Nocito, Walter Nenci. Nomi che - qui bisogna essere onesti - alle più giovani generazioni del centrosinistra potrebbero risultare lontani, non immediati. Ma che, in città e non soltanto, hanno costruito molta storia.

Ma quali sono gli obiettivi di questo ritorno sulla scena pubblica in grande stile? Qualche stralcio delle 3 pagine politico-programmatiche (che già paiono nettamente puntare alle elezioni 2017, se con lista propria o con altre confluenze, Pd in primis, è ancora tutto da vedere) aiuta. Si legge, infatti, che l'area riformista punta a "rimuovere lo stato di autorassegnazione dell’area liberal-socialista che sta portando ad una graduale estinzione politica gli eredi del socialismo in Italia", a "far risorgere una più grande casa comune di tutta la sinistra", ovvero un soggetto politico unitario di centro sinistra nel quale possano ritrovarsi le culture riformiste del Paese" e infine che "occorre ritrovare quello slancio riformista e quella spinta propulsiva di cui il PD e PSI locali risultano deficitari".

Il tutto con ampi - sebbene piuttosto "ariosi" - riferimenti ai grandi temi concreti del capoluogo, tra cui Ticosa, Ztl e Trevitex per esempio ("Dobbiamo ripensare gli elementi forti delle scelte cittadine, quindi affrontare in chiave laica i problemi contingenti di Ticosa e paratie ridefinendoli in una visione urbanistica della città che non può essere solo basata su interventi, sia pur apprezzabili, quali l’allargamento della ZTL o la soluzione Trevitex").

Insomma, l'area socialista-riformista bussa alle porte del presente e del futuro dei prossimi 18 mesi. Chi le aprirà la porta? Cliccando qui potete leggere in forma integrale il documento intitolato "Como riformista".


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