"Como, malato grave senza medico". La politica debole in 4 prospettive
L'atmosfera al Circolo culturale di area socialista "Willy Brandt" ha quel fascino della nobile decadenza che può attrarre o respingere, difficile trovare una via di mezzo. Non proprio un tempio della gioventù, la sede di via Bari a Como ha...
L'atmosfera al Circolo culturale di area socialista "Willy Brandt" ha quel fascino della nobile decadenza che può attrarre o respingere, difficile trovare una via di mezzo. Non proprio un tempio della gioventù, la sede di via Bari a Como ha comunque - rispetto a quelle linde e asettiche di molti partiti attuali - un'anima forte che avvolge tutto, dalle pareti un po'scrostate alle seggiole da collegio, passando per i poster di Mazzini, i volti in bianco e nero dei padri nobili fino al Tricolore nell'angolo. Ieri pomeriggio, il presidente Giuseppe Doria ha coordinato l'incontro "Immaginare il futuro di Como: non solo ex Ticosa e lungolago". Una trentina di presenti: non molti, ma gente "vera" rispetto ai cartonati di molti noiosissimi convegni politici con il peones accerchiato a suo volta da altri peones e figuranti a cottimo.
Fin qui, dunque, il sunto. Poi c'è il dato di fondo, il fil rouge di quell'incontro: l'accusa, a tinte diverse, di una politica comasca (Como città) debole, confusa, passiva verso l'esterno, incapace di programmare. Inadeguata. Oggi come ieri (secondo Simone, l'altroieri).
Non si sarebbe sentito Doria parlare di una Como "che sembra uscita dalla guerra in alcune zone, bombardata, piena di rovine, che rischia di dare l'idea di non avere un futuro e dove la politica è assente, senza capacità programmatoria e di progettazione" e l'ex primo cittadino affermare che "così uno arriva e propone un progetto di nuovo stadio, un altro piazza un monumento e un altro ancora vuole fare un autosilo sotto le mura: tutto così, senza che la politica decida".
Camesasca ("Io non amo spasmodicamente questa amministrazione di Como, ma nemmeno per quella precedente"), pur sottolineando che "il comasco spesso è un antagonista" ha poi posto una domanda leggera solo in apparenza: "Ma davvero qualcuno crede che sviluppo e lavoro possano ripartire dalle fabbriche, qui?". Verrebbe da dire di no.