Caso paratie, Lucini: "Convinto delle scelte fatte nell'interesse di Como. Non è finita"
"Non è una sentenza". La prima frase netta pronunciata dal sindaco Mario Lucini nell'affollatissima conferenza stampa sul destino del cantiere delle paratie dopo la pesante chiusura dell'istruttoria dell'Anticorruzione ha subito spazzato via...
"Non è una sentenza". La prima frase netta pronunciata dal sindaco Mario Lucini nell'affollatissima conferenza stampa sul destino del cantiere delle paratie dopo la pesante chiusura dell'istruttoria dell'Anticorruzione ha subito spazzato via qualche equivoco. E ha detto due cose: che il primo cittadino non dà ancora per chiusa la partita (e quindi il suo mandato, ma di questo magari parleremo in un articolo a parte) e che, in fondo in fondo, coltiva ancora ostinati spiragli di speranza di non dover azzerare tutto come invece l'Anac suggerisce, ripartendo da zero e di conseguenza assistendo al fallimento della sua più grande e marcata scelta tecnico-politica in 3 anni di mandato
"Ora produrremo le nostre controdeduzioni su alcuni punti che secondo noi sono nati da equivoci o da incomprensioni - ha affermato Lucini - mentre recepiremo le indicazioni laddove sono da recepire. Però - ha tenuto immediatamente a precisare - ripartire da zero riassegnando i lavori con una nuova gara non è ancora una strada obbligata. E io continuo a essere convinto che la strada da noi intrapresa (continuazione dei lavori senza interruzione dopo le elezioni 2012, attraverso la terza maxi-perizia di variante che ha portato complessivamente i costi da 19 a 32 milioni ndr) fosse quella più utile per la città, anche in termini di costi e tempi". Parole forti quelle del primo cittadino, perché nella sostanza antitetiche alle convinzioni messe nero su bianco dall'Autorità Anticorruzione che invece non ha ritenuto legittima la perizia in questione sia per i costi abnormi, sia per le profonde modifiche tecniche che innesta sul progetto originario (comunque confermato come carente e lacunoso). Come si è già ampiamente detto, si è vicini al paradosso: da un punto di vista tecnico e ingegneristico, la perizia messa in campo dai tecnici del Comune e in particolare dal dirigente Pietro Gilardoni d'intesa con la Regione è giudicata necessaria per migliorare il progetto ereditato 3 anni fa e già datato di suo; nel contempo, però, quel lavoro ha così stravolto le carte economiche e progettuali in campo che non può essere catalogata come una "variazione sul tema", ma come il frutto di correzioni pesanti in corso d'opera. Il tutto - dice Anac - relegando la "sorpresa geologica" sempre ritenuta dal Comune il punto forte della necessità di modificare l'intervento a elemento secondario e per nulla decisivo nelle scelte prese dall'amministrazione.
"In condizioni di legittimità - ha però ribadito Lucini ribadendo di credere nella prima ipotesi - è chiaramente interesse pubblico proseguire sulla strada seguita finora".
Spente le telecamere, riposti pc e taccuini, a Palazzo Cernezzi sono iniziati i 40 giorni più lunghi di sempre.