Coronavirus

Zona rossa fino a quando? Ipotesi febbraio

Il sistema dei lockdown a "colori" non risparmierà il Natale

Zona Rossa

Ma fino a quando l'Italia sarà divisa in zone che hanno messo (per ora) la Lombardia in maglia rossa? L'idea del premier Conte è che sia possibile reggere con questo sistema senza arrivare a decretare il lockdown nazionale o generalizzato. Questo però può avvenire soltanto se i numeri daranno ragione a Palazzo Chigi nei prossimi giorni, se si raggiungerà a breve il picco dell'epidemia e se il numero dei contagiati comincerà a scendere. Ma anche se questa ambizione diventasse realtà entro la prossima settimana, le restrizioni continueranno anche a Natale, a Capodanno e oltre. Fino a quando? Secondo indiscrezioni che arrivano da fonti vicine al governo l'orizzonte-limite sarebbe il mese di febbraio. 

“Non faremo come quest ’estate – avvertono da palazzo Chigi – se anche i dati dovessero migliorare, a Natale non ci sarà il liberi tutti”. Il ragionamento sui tempi è molto semplice e lega i suoi destini a una sola variabile: il vaccino.

Se fosse possibile somministrarlo a partire da gennaio, un mese dopo il piano della Protezione Civile (con l'esercito) per la vaccinazione di massa si potrebbe arrivare a decretare la fine del lockdown "soft", "morbido" o come lo si vuole chiamare. Intanto bisogna andare avanti così, tra restrizioni e rallentamenti senza soluzioni di continuità: tutta l'Italia piano piano si colorerà di arancione o di rosso. Difficile prensare che in questa situazione Como e la Lombardia possano pensare di vestire almeno la "maglia arancione" di questo giro infernale.

Intanto in serata è stato ufficializzato l'incarico dato dal ministro Boccia al commissario Domenico Arcuri di "attivarsi, d'accordo con Regioni e Comuni, e mettere a disposizione il più alto numero possibile di Covid Hotel per ridurre la pressione sui reparti ospedalieri e curare i contagiati senza sintomi gravi che hanno difficoltà a restare in isolamento domiciliare". L'obiettivo è di avere un Covid Hotel in ogni provincia del territorio nazionale, pari a 110 strutture dove fare confluire i contagiati con sintomi non gravi. Le linee guida per i medici che seguono i pazienti a domicilio, reclamate da mesi a gran voce dai camici bianchi, e annunciate ieri dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, sembrano essere ora in dirittura d'arrivo. La bozza del documento, stando a quanto si è appreso, sarebbe già pronta.

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