Coronavirus

Como, paradossi del dpcm: parrucchiere nel centro commerciale multato perché lavora di domenica

Mentre i concorrenti su fronte strada possono restare aperti nei festivi

I due parrucchieri

Accade a volte che le norme vadano interpretate per poterle applicare, perché non sempre sono chiare ed esaustive. Inutile, quindi prendersela con chi queste norme le deve fare rispettare - come gli uomini e le donne delle forze dell'ordine -  perché talvolta sono di difficile interpetazione persino per i giuristi di lungo corso. Non per nulla l'Italia è il paese con il maggior numero di avvocati in Europa.
La vicenda che vede protagonisti, loro malgrado, Roman e Mery, titolari dell'attività di parrucchiere Jean Louis David all'interno del centro commerciale Esselunga di Camerlata a Como, è un esempio delle assurdità che a volte portano con sé alcune norme, come l'ultimo dpcm di Giuseppe Conte. Per quanto riguarda i parrucchieri è previsto che possano restare aperti anche nei festivi e prefestivi perché sono considerate attività essenziali. Ma cosa succede se un parrucchiere si trova all'interno di un centro commerciale? Il dpcm non fa una distinzione chiara, ma si limita a imporre la chiusura nei festivi e prefestivi di tutte le attività commerciali che si trovino, appunto, all'interno di un centro commerciale. E così veniamo al paradosso: il parrucchiere nel centro commerciale rischia di essere multato e di dovere restare chiuso mentre il concorrente che ha il negozio al di là della strada può lavorare. 
Roman e Mery hanno fatto le spese di queste norme poco chiare che lasciano aperte diverse possibilità di interpretazione. Gli agenti della polizia locale di Como domenica 6 dicembre hanno multato i due parrucchieri e intimato loro di chiudere, perché il dpcm non prevede la possibilità di restare aperti nei festivi e prefestivi all'interno di un centro commerciale. Dunque, sanzione da 400 euro. "Eppure - spiegano Roman e Mery - abbiamo un negozio anche in un centro commerciale di Varese e lì le autorità ci hanno detto di stare tranquilli, perché possiamo restare aperti. Qui a Como, invece, il dpcm è stato interpretato diversamente. Secondo noi prima di multare e far perdere giornate di lavoro e guadagni a onesti lavoratori bisognerebbe essere più che certi di stare applicando correttamente la legge. Nel nostro caso - concludono i due parrucchieri - ci sembra proprio che ci siano margini per interpretare la normativa in modo ben differente".


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